Il Blog delle Amiche |
È un frutto diuretico, antinfiammatorio e rinfrescante, cosa desiderare di più?!
L’anguria o cocomero, non ha bisogno di presentazioni, tutto il mondo lo conosce e lo apprezza. Chi non ha provato almeno una volta la dolcezza rinfrescante di questo frutto nelle giornate più calde dell’anno. Il cocomero (Citrullus lanatus) è una pianta della famiglia Cucurbitaceae. Le sue origini sono africane, anche se oggi il primo produttore mondiale di questo magico frutto è la Cina. Sciogliamo subito il dubbio su quale sia il nome corretto: non esiste alcuna differenza tra cocomero e anguria: il primo nome, più scientifico, è utilizzato nelle regioni del Nord, mentre il secondo, più popolare, è diffuso nel Sud Italia. Nelle aree più calde del mondo, le angurie sono tra le colture orticole più diffuse anzi, possiamo senz’altro dire che è uno dei frutti più coltivati al mondo. Ogni anno ne vengono piantati oltre tre milioni di ettari, con una produzione che si avvicina alle 100 mila tonnellate. Vai all'articolo
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Il concetto di sostenibilità è diversamente interpretato a seconda del settore, dell’analisi e del contesto di cui ci si sta occupando.
Parlando di sistemi agroalimentari, iniziamo col distinguere tra sistemi industriali e locali che vanno analizzati sotto diverse prospettive. I sistemi alimentari agroindustriali intensivi, oggi molto criticati, vengono messi in discussione e si preferisce l’alternativa rappresentata dai sistemi alimentari locali emersa negli ultimi decenni. Chiediamoci allora se i sistemi agroalimentari locali sono sostenibili, se possono essere un sostituto “socialmente equo” comparato ai sistemi industriali e cosa implica parlare di sostenibilità in un contesto agroalimentare futuro. Ecco qualche spunto di riflessione. Nonostante la sostenibilità sia diventata un concetto di uso comune, non è definito rigorosamente: alcune definizioni privilegiano l’etica economica, altre la crescita economica, altre ancora mettono l’accento sul valore politico e su quello della giustizia sociale per le generazioni future e così via. In altri casi il concetto di sostenibilità si limita a considerare solo una componente, come la sostenibilità energetica, la sostenibilità ambientale o ancora la sostenibilità biologica intesa come biodiversità. Vai all'articolo Pochi formaggi possono vantare origini così antiche come il Pecorino Romano. Quando alcuni popoli asiatici, iniziarono ad allevare bovini, ovini e caprini per produrre latte, dovettero anche sviluppare metodi di conservazione.
I primi derivati del latte ad avere diffusione in tutto l’Oriente, furono delle bevande acide, ma furono i Romani a perfezionare le tecniche casearie. Il latte, lasciato in canestri di giunco, coagulava spontaneamente, si separava la parte più densa che si rapprendeva ed acquistava una certa consistenza, dando origine ai primi formaggi denominati “giuncate”. Vai all'articolo Se avete dei tartufi che abbiano profumo chiudeteli in una scatola di latta e d’altro con una o due uova fresche. Lasciate così un paio di giorni… mangiatele alla coque.
Pellegrino Artusi Le uova hanno sempre avuto un significato simbolico. Simbolo della vita, in mitologia e, in alcune credenze, il cielo e la terra erano considerati i due emisferi di un unico grande uovo. Gli egizi lo consideravano il centro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco). In Russia e in Svezia uova di creta sono state trovate in molti sepolcri e, in alcune tombe della Beozia, sono state trovate statue di Dioniso con in mano un uovo come segno del ritorno alla vita. In Persia lo scambio delle uova simboleggiava l’arrivo della primavera quando tutto rinasce e i primi cristiani della Mesopotamia coloravano le uova di rosso in ricordo del sangue di Cristo, versato sulla Croce. Leggi tutto Saremmo onorate di incontrarvi presso la galleria La Pigna, in occasione della mostra “AMare” dell’amica Daniela Troina Macrì dedicata al mare e all’amore, per raccontarvi il nostro percorso di scrittura e collaborazione creativa. La recente pandemia ci ha regalato, nonostante le difficoltà , anche la soddisfazione di realizzare il testo illustrato “Racconti in cucina”. Giuseppina Del Signore, autrice e Marina Santaniello, illustratrice, sono liete di presentare Racconti in cucina Ed. Albatros Il Filo 30 marzo 2023 ore 17:30 Galleria La Pigna Via della Pigna 13A-Roma Racconti in cucina non è solo un libro di ricette. Parla d’amore. Tutto inizia quando i due protagonisti ritrovano un piccolo quaderno di ricette scritto da nonna Assunta. La loro storia d’amore si intreccia con il cibo, la tavola e le tradizioni familiari che vivono con gioia infinita. La cucina stessa diventa così un atto d’amore.
La maggior parte di noi conosce il fico d’india ma soltanto pochi sanno quale pianta meravigliosa sia. Il fico d’India (Opuntia ficus-indica) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Cactacee. È nativa del Messico ma diffusa tra tutte le popolazioni del Centro America che la coltivavano e commerciavano già ai tempi degli Aztechi. Questi ultimi la consideravano, non a caso, una pianta sacra.
Della sua importanza negli scambi commerciali ci testimonia già il Codice Mendoza, un codice compilato da scribi aztechi che nel 1540 prende il nome da Antonio de Mendoza, primo viceré della Nuova Spagna che ne commissionò la trascrizione in spagnolo. Il Codice Mendoza includeva, tra gli altri tributi come le pelli di ocelot e di giaguaro, anche i tralci di Opuntia per la produzione del carminio, uno dei beni commerciati dagli Aztechi per cui la coltivazione di questa pianta era fondamentale. Vai all'articolo Care amiche molte di voi ricorderanno l'incontro con Paola Negri Scafa quando ci raccontò le origini della storia di Russia e Ucraina per comprendere meglio l'invasione russa.
Scientificamente e umanamente l'amica Paola Negri lascia un grande vuoto ma anche un bellissimo ricordo di sé. Per questo abbiamo voluto ricordarla in una giornata dedicata al suo grande lavoro. L’incontro potrà essere seguito anche on line. Oggi voglio scrivere sull’origine del termine prosciutto perché l’etimologia di una parola ne racconta la storia, ci dice come è nata e come si è trasformata nel tempo.
I latini dicevano: nomina sunt consequentia rerum, i nomi sono la conseguenza delle cose. Vai all'articolo Care amiche, abbiamo un nuovo progetto da proporvi: Il Cine Club delle Amiche, nato da un'idea della socia Marina Santaniello e subito raccolta con entusiasmo da alcune di noi. Si tratta di una serie di incontri, a valle di un film scelto dalle amiche, per poi discuterne insieme. Per favorire la massima partecipazione il cine club potrebbe svolgersi in modalità ibrida (in presenza e on line).
Vi sottopongo questa idea con un post sul blog perché ci permette di rispondere, commentare e suggerire per articolarlo meglio. Inoltre, una volta partite, sempre sul blog possiamo postare le nostre considerazioni a valle della visione e del dibattito.
Aspettiamo i vostri commenti... Saluti affettuosi Giuseppina Vi voglio raccontare una cosa di cui vado molto fiera. Questa storia nasce in ambito lavorativo quando la mia collega Patrizia Galeffi ed io abbiamo ragionato più concretamente sulla questione di genere sul posto di lavoro. Come tutti gli altri settori anche il mondo della ricerca in cui lavoriamo da molti anni, discrimina le donne consapevolmente o meno. Oggi molto faticosamente alcune ricercatrici, considerate ancora mosche bianche, sono diventate dirigenti di ricerca ad un’età non troppo avanzata ed hanno potuto raggiungere posizioni di rilievo quali: direttore di dipartimento, preside di facoltà e in qualche caso anche rettore universitario o presidente di ente di ricerca. Nel nostro piccolo abbiamo deciso di agire per incoraggiare le giovani ricercatrici non a parole ma con un atto concreto che potesse dar loro la consapevolezza dell’ottimo lavoro che svolgono e l’incoraggiamento necessario a continuare in questa carriera faticosa che richiede non solo completa dedizione e molte energie, ma anche forte resilienza e grandi capacità. Nel 2018, in occasione del centenario della nascita di Carlotta Parisani Strampelli, moglie e collaboratrice del grande genetista italiano Nazareno Strampelli, di cui ho già avuto occasione di parlarvi, ci è venuta l’idea di istituire un premio scientifico internazionale intitolato a questa figura femminile e dedicato a giovani ricercatrici impegnate nel campo della genetica, genomica e miglioramento genetico del grano: il Carlotta Award. In quel momento, alla presidenza dell’Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL c’era una donna, la compianta Prof.ssa Emilia Chiancone, tra l’altro la prima donna in Italia a rivestire la carica di Presidente di un’Accademia scientifica nazionale, che accolse subito la nostra proposta. Per lanciare il premio si decise di organizzare una conferenza internazionale dal titolo significativo Wheats&Women International Conference all’interno della quale ospitare la premiazione delle vincitrici del premio Carlotta. Il lavoro fu molto duro e intenso, abbiamo chiesto reference letter ad importanti scienziate del settore, ci siamo fortemente impegnate per ottenere molti patrocini e siamo riuscite a trovare buoni sponsor nazionali ed internazionali. Tutto sulle nostre forze e senza alcuna certezza di successo, ma siamo andate avanti. Fortunatamente, la risposta delle donne ricercatrici è stata incoraggiante e i lavori originali ed inediti che ci hanno inviato erano di ottimo livello. Tutto è andato bene con nostra grande soddisfazione e, naturalmente, già pensavamo alla seconda edizione quando, purtroppo, il COVID ci ha “stoppato”. Solo quest’anno abbiamo avuto l’occasione di poter riproporre il Carlotta Award all’interno del Convegno Internazionale “From Seed to Pasta IV” tenutosi a Bologna a fine ottobre. Il successo del premio si è ripetuto, anzi, si è ampliato. In parte perché abbiamo aggiunto una seconda tematica sulla sostenibilità e sicurezza alimentare e in parte perché abbiamo deciso di assegnare anche alcune Menzioni Speciali per le ricercatrici provenienti da Paesi svantaggiati rispetto all’Occidente e ai Paesi industrializzati. Queste ragazze, infatti, pur essendo bravissime non sempre trovano la disponibilità di mezzi e fondi come accade per le loro omologhe che lavorano in Paesi ricchi. Ci è sembrato giusto compensarle, almeno in parte, con questo riconoscimento, sempre al fine di incoraggiarle ad andare avanti. Per non lasciare indietro nessuna, grazie ai collegamenti web, anche le candidate indiana e cinese, che non avevano ottenuto il visto, hanno potuto partecipare alla cerimonia di premiazione e ricevere il loro attestato sia pure virtualmente. A questa seconda edizione si sono aggiunti anche i patrocini internazionali di grandi Organizzazioni femminili operanti nel campo della scienza e della società a sottolineare lo sforzo collettivo per colmare il divario di genere che ancora è troppo ampio anche da noi. Anche stavolta la soddisfazione è stata grande, non solo per il numero e il livello delle candidature, ma perché il Carlotta Award è stato invitato a partecipare alla prossima edizione del Convegno Internazionale che ci ospitava e questo, per noi, rappresenta il riconoscimento del prestigio internazionale raggiunto dal nostro concorso. Vi ho voluto raccontare questa storia non per vantarmi, ma per ispirare le donne impegnate nelle più svariate professioni e spronarle a mettere in pratica, in ambito lavorativo, un’azione positiva senza preoccuparsi di quanto piccola possa sembrare. In tal modo potranno aggiungere il loro piccolo ma concretissimo contributo al lento percorso sulla strada della parità di genere. In francese “la mer” è femminile e si avvicina di più alla mia idea di universo femminile. Allora, come ho scritto nel titolo soffermatevi per un momento su questo aspetto della vita di tutte le donne e immaginate come poter essere una di queste gocce di cui è fatto il mare. https://ilmondonuovo.club/il-mare-e-fatto-di-gocce/ |
AutoreA cura delle socie di Scrivi la tua Storia Archivi
June 2023
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